Eppur si muove! (il caso della chiesa di S.Lorenzo a Ospedaletto)

Sì, è il caso di dire che, nonostante tutto, qualcosa si muove nella giusta direzione. Giusta perché parla di bellezza autentica, di decoro dignitoso, di ammirazione gioiosa. Ben diverso quindi dalle deformità, il ridicolo e le provocazioni sconcertanti di altre scelte….

Ho già citato il caso della Cappella feriale del Duomo di Terni, affrescata da due artisti russi in stile bizantino, e, per quanto non ami personalmente lo stile di Rupnik, non è irrilevante la cospicua mole di lavoro che è chiamato ad affrontare per decorare edifici in tutt’Italia e oltre. Ma non bisognerebbe tralasciare casi di positiva iconoclastia di opere moderne, giudicate inadeguate al contesto e alla funzione cui devono assolvere. Un caso emblematico è la rimozione della croce cyborg o scoobidoo di Pomodoro dalla nuova chiesa di S.Pio a S.Giovanni Rotondo. Una croce adatta più a stare in cima a una montagna che sopra un altare. Piccoli grandi segni di quella che potrebbe essere una nuova tendenza nell’arte sacra.

Un caso geograficamente a me vicino, e ancora poco conosciuto, è quello della chiesa parrocchiale di Ospedaletto, piccolissimo paese posto in cima al Monte Peglia, sulla strada che collega Orvieto a Marsciano. Da anni Michail e sua moglie Maria stano portando a compimento la completa affrescatura dell’interno dell’edificio. Un progetto cresciuto con il tempo, quando all’iniziale idea di decorare la sola parete di fondo, con la scena monumentale della Crocefissione, si è fatta strada la possibilità di integrare un intero ciclo vetero e neo-testamentario sulle pareti laterali, fino all’Incoronazione della Vergine nella controfacciata, ultimata proprio lo scorso settembre. Michail è un pittore rumeno formatosi alla scuola iconografica del Patriarcato di Romania e specializzatosi nell’affresco, che pratica da oltre venti anni. Veramente notevole la considerazione che ha l’arte nel mondo ortodosso, come parte integrante della vita ecclesiale, tanto da certificare alcuni artisti che  affrontano un periodo di apprendistato presso artisti già affermati, e superano anche  alcuni esami di teologia, così da unire alla pratica anche il senso del loro operare come artisti cristiani. Una formazione sconosciuta al mondo cattolico  con tutte le nefaste conseguenze che vediamo tutt’ora. Eppure, ci sono sacerdoti che ancora pensano non sia cosa superflua la decorazione della chiesa, per di più con una metodologia e con uno stile che in altri ambienti verrebbero giudicati fuori dal tempo. Così, prendono vita absidi, volte, cappelle in edifici moderni (perché quasi solo sulle recenti costruzioni si può intervenire) che provvidenzialmente mantengono una struttura tradizionale. E sono casi molto più numerosi di quanti si possano pensare. Chiese di periferia, parrocchie dei nuovi quartieri residenziali, o una piccola chiesa anni ’70 di un paesetto delle montagne umbre. Il suo fondatore, don Pio, volle esplicitamente che la chiesa avesse una forma a barca, sebbene la spigolosità del razionalismo la fa sembrare più una bara. Fatto sta che enormi superfici piatte, prive di alcunché, sembravano proprio perfette per ospitare un intero ciclo di affreschi. E anche per Michail è la prima occasione in cui affronta una decorazione integrale di una chiesa. Cose davvero d’altri tempi. Un gioiello che, ancora in fase di ultimazione, già trascende il tempo e le mode, diventando un esempio di bellezza, di arte e devozione. L’opera è stata finanziata maggiormente dagli stessi parrocchiani, entusiasti di contribuire ad un’impresa destinata a durare nel tempo, certo, ma anche ad maiorem Dei gloriam.

L’effetto di entrare in un ambiente così trasfigurato (è il caso di dirlo) è quello di restare avvolti in un’atmosfera di gioiose presenze, dove la storia della Salvezza è tutta contemporaneamente presente agli occhi. Ma, cosa più importante ancora, è la sensazione bellissima di sentirsi in una chiesa. Lo stile di Michail è libero ed esuberante. Il suo tratto fa rivivere il canone bizantino interpretandolo ma senza tradirlo. Anche in lui, come negli artisti russi della cappella ternana, si sente la vita piena della Tradizione, che non è qualcosa di statico e immutabilmente fissato una volta per tutte, ma un deposito che ogni generazione declina a suo modo pur rimanendole fedele. Il canone è stato talmente metabolizzato che l’artista non si avvale né di modelli né di cartoni preparatori. Le scene, le figure, nascono direttamente dal suo pennello, ed è evidente la disinvoltura e la maestria con cui sono modellate. Colpiscono anche le fantasiose decorazioni che incorniciano le scene, ricche di animali che sbucano fra le fronde, con numerose licenze di asimmetria che contribuiscono a dare all’insieme un tocco rigoglioso e vitale.

Non intendo esaurire qui tutto ciò che ci sarebbe da dire su quest’opera monumentale, cui solo una visita può rendere giustizia. Ma è necessario un ringraziamento particolare a don Ruggero e a don Peppino, veramente lungimiranti nel credere in un progetto tanto ambizioso e lodevole. Rimando ai quattro video sottostanti che illustrano dettagliatamente l’impresa decorativa nel suo progressivo svolgersi, cosa che, lo ripeto, andrebbe ammirata con i propri occhi.

Intervista al pittore Michail Ivanov sugli affreschi nella chiesa di S.Lorenzo

Resoconto della conferenza sugli affreschi della chiesa di S.Lorenzo a Ospedaletto.

La realizzazione del ciclo biblico nella chiesa di S.Lorenzo a Ospedaletto

La decorazione della controfacciata della chiesa di Ospedaletto